E’ meglio entrare nel mercato degli affitti turistici con o senza partita IVA?

Chi inizia a gestire una casa vacanza si trova di fronte al dilemma di dover decidere se farlo con o senza partita IVA.

I risvolti del preferire una scelta piuttosto che l’altra sono diversi. Molto dipende anche dal tipo di struttura che hai, e dal tipo di lavoro che vuoi fare.

Considera che ci sono tipologie di strutture ricettive che obbligatoriamente richiedono la partita IVA per poter essere svolte.

Le differenze sostanziali dell’avere o meno la partita iva quando si affitta una casa vacanza sono 2

Con partita IVA Senza partita IVA
Si possono detrarre i costi Non si possono dedurre i costi
Si può esercitare l’attività per tutto l’anno Si può esercitare l’attività per un massimo di 6 mesi l’anno

Gestire una casa vacanza in regime d’IVA significa anche poter accedere a bandi e contributi a fondo perduto (in alcuni casi).

Così a prima vista potrebbe sembrare più interessante l’ipotesi con partita IVA. In realtà molto dipende dalla tua situazione personale.

Una struttura ricettiva affittata in regime IVA è considerata un’attività professionale. Per questo può essere aperta tutto l’anno e può dedurre tutte le spese. Ma in questo caso, è anche soggetta a tutti i costi di un’attività di questo tipo: tenuta della contabilità, bilanci, ect.

Se riuscite ad accedere ai bandi messi a disposizione delle regioni, dal ministero e dalla comunità Europea, potete ottenere fondi del 30%, 50%, fino al 70% dell’investimento. Questo diventa molto interessante, specialmente se dovete eseguire importanti lavori di ristrutturazione. Ma ovviamente ci saranno degli obblighi e dei vincoli, sul lavoro da svolgere.

L’attività di locazione di unità immobiliari ad uso di “case e appartamenti per vacanze” è assimilabile all’attività alberghiera, e per questo si applica l’IVA con l’aliquota ridotta del 10%.

Diversamente senza partita IVA, ovvero praticando un’attività non professionale, gli introiti dovranno essere dichiarati in denuncia dei redditi. In tal caso bisogna capire in che scaglione di reddito si rientra, e se optare o meno per il regime della cedolare secca. In questa evenienza l’imposta sostitutiva ha un’aliquota del 21% sugli introiti (in sostituzione dell’Irpef e delle relative addizionali, dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo).

Ma non farti spaventare, se pensi di affittare senza partita IVA.

Quando molti dei lavori che occorrono nella gestione della tua casa vacanza vengono fatti in economia, cioè in famiglia, spesso è più conveniente lavorare in forma non professionale. Tieni anche presente, che escluse alcune località a forte vocazione turistica, generalmente l’affitto vacanze è molto stagionale. Un periodo di apertura di 6 mesi (possono essere anche non consecutivi), sarà più che sufficiente. Inoltre lavorando come privato, sarai soggetto a meno obblighi sulla costruzione e tenuta della piscina, e su altre parti strutturali e non, dell’edificio che affitti.

Se hai un bravo commercialista, sarà in grado di farti scaricare alcuni dei costi che sostieni per la manutenzione della casa. Anche affidare la gestione della tua casa ad un tour operator specializzato su questo tipo di affitti, può essere un’opzione. In determinate condizioni il tour operator sarà in grado sia, di farvi scaricare i costi di gestione e manutenzione strettamente legati all’affitto vacanza, che rendervi in grado di applicare il regime della cedolare secca. In questo modo avresti addirittura un duplice risparmio fiscale.

In conclusione da scelta di affittare con o senza partita IVA dipende molto dalla tua posizione personale e dalle tue esigenze e aspettative.

E’ preferibile aprire una partita IVA

  • se vuoi lavorare quanto più possibile tutto l’anno
  • se questa è la tua attività principale o quasi
  • se devi ancora fare molti lavori e grossi acquisti
  • se pensi di avvalerti di contributi
  • se vuoi offrire alcuni servizi di tipo alberghiero

Scegli invece di affittare come persona fisica

  • se preferisci gestire la tua casa vacanza solo in certi periodi
  • se vuoi coprire i costi di TCO (Total Cost of Ownership ovvero, costo totale di proprietà) e di gestione
  • avere un piccolo reddito
  • divertirti a fare l’accoglienza
  • goderti la casa il resto dell’anno

facendo il turista… Tu!

 

Dal primo giugno 2017 è entrata in vigore la nuova normativa sugli affitti brevi. Il decreto apre il via a nuovi regolamenti e adempimenti per chi affitta senza partita iva. Tienine conto nel momento in cui dovrai prendere la tua decisione.

Qui il rimando all’articolo

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